La Spagna è un problema per l’Euro al pari dell’Italia. E allora - si chiede l'economista spagnolo Xavier Vives - perché in questa fase l’Italia è indicata come il paese potenzialmente più destabilizzante? C’è la percezione che Madrid se la stia cavando meglio. Il reddito procapite italiano (dati 2017) è uguale al livello che aveva quando è stata adottata la moneta unica, mentre quello spagnolo è notevolmente salito. La crescita della produttività nell’economia italiana è ferma ed è più bassa di quella spagnola. Il peso del debito pubblico sul Pil supera il 130%, mentre in Spagna è sotto al 100%. Il premio di rischio dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi, lo spread, è quasi il triplo di quello iberico.
La Spagna, che ha una società e un’economia più flessibili insieme a un sistema politico meno disfunzionale, ha proceduto a una ristrutturazione del settore bancario e alla riforma del mercato del lavoro che ha introdotto più flessibilità, anche se il costo sociale è stato pesante. Secondo l’economista Xavier Vivea, la differenza tra Spagna e Italia è che nel primo caso fare riforme strutturali è difficile, mentre nel secondo caso appare quasi impossibile.
Il nostro paese avrebbe, invece, bisogno di accrescere la produttività. Sia la Spagna che l’Italia erano abituate a svalutare la loro moneta per essere più competitive. Madrid ha dimostrato, pagando un costo sociale elevatissimo, che è possibile recuperare competitività rimanendo nel quadro della moneta unica. L’Italia sembra incapace di riuscirci, chiosa Vives. Eppure avrebbe tutto da guadagnare se il Governo riuscisse a favorire la crescita a lungo termine. E, in tal senso, non aiuteranno le due misure cardine approvate dall'esecutivo gialloverde.