“Lo slancio della zona euro è rallentato significativamente, più di quanto avevamo anticipato. Il Pil è ora previsto a 1,1% nel 2019, meno 0,6 punti dalle proiezioni di dicembre, e 1,2% nel 2020, meno 0,5 punti da dicembre".
Lo ha riconosciuto Mario Draghi nella sua ultima audizione al Parlamento Ue. Secondo il presidente della Bce, la debolezza del commercio internazionale e l’incertezza legata al protezionismo sono i fattori principali.
Intanto l’Istat rivede leggermente al ribasso il tasso di crescita del Pil nel 2018, portandolo da +0,9% a 0,8%. Parallelamente l'istituto corregge al rialzo le stime sul deficit, che nell'anno passato sale al 2,2% in rapporto al Pil dal 2,1% della stima di aprile.