La crisi della Turchia può facilmente espandersi ad altri paesi? Temendo l’effetto contagio, gli investitori stranieri stanno portando i propri capitali fuori dal paese. In pratica, ciò significa che vendono la lira e acquistano dollari o altre valute. Il risultato è che il valore della valuta di Ankara è precipitato. E ciò sarebbe già sufficiente per far ribaltare l'economia e il sistema finanziario del paese.
In realtà l'economia della Turchia non è così grande e anche se dovesse collassare ciò non avrebbe necessariamente un impatto enorme sull'economia globale. Negli ultimi anni, tuttavia, gli investitori nelle parti più ricche del mondo, come Stati Uniti, Europa e Giappone, hanno prestato molti miliardi di dollari a governi e aziende delle economie in via di sviluppo, tra le quali la Turchia.
Ciò è avvenuto anche perché in una fase storica di tassi di interesse bassissimi nelle economie avanzate, i tassi più alti offerti in altri paesi hanno agito da magnete per i capitali stranieri. Ma ora, con l'economia degli Stati Uniti ancora forte, la Federal Reserve ha alzato i tassi, attraendo di nuovo gli investitori internazionali. Allo stesso tempo, un dollaro più forte è una cattiva notizia per i paesi stranieri e le aziende che hanno contratto prestiti nella divisa Usa.
La Turchia non è la sola economia ad esser dipendente dai prestiti esteri. Argentina e Sudafrica sono sulla stessa barca. Ecco perché alcuni pensano che i problemi attraversati da Ankara potrebbero essere l'inizio di qualcosa di più grande.
Le economie di quei paesi non sono particolarmente estese, ma eventuali reazioni a catena sui mercati finanziari potrebbero avere ripercussioni globali. Come è già accaduto nel recente passato. Nel 1994 il governo messicano svalutò il peso, scatenando un periodo di instabilità finanziaria che divenne noto come la crisi della tequila. Nel 1997 il crollo del baht thailandese scatenò una crisi finanziaria in tutta l'Asia orientale. E nel 1998 la svalutazione del rublo russo ha minacciato di diffondere l'instabilità nel cuore del mondo sviluppato.