La Cina continua a crescere a ritmi sostenuti anche se leggermente inferiori al 2017: rispettivamente 6,6 e 6,9%. Motivi della riduzione, spiega un rapporto del Fondo monetario internazionale, la regolamentazione finanziaria più stringente e l'indebolimento della domanda estera. Mentre la dinamica dei prezzi si è mostrata relativamente modesta: intorno al 2% e si prevede che aumenterà nel corso di quest'anno fino al 2,5%.
Il paese ora rappresenta un terzo della crescita globale. Oltre 800 milioni di persone sono uscite dalla povertà e il Pil pro capite cinese continua a convergere verso quello degli Stati Uniti, sebbene a un ritmo più moderato negli ultimi anni.
Pechino è in un momento storico. Dopo decenni di crescita ad alta velocità, il governo ora punta sulla “qualità”. Anche se il paese dovesse andare incontro ad un progressivo rallentamento del Pil, la Cina potrebbe diventare comunque la più grande economia del mondo entro il 2030.
Mentre il rapporto debito pubblico/Pil si è stabilizzato, lo stock di debito, soprattutto quello delle famiglie, è in aumento, trainato dalla spesa per investimenti e dal rapido incremento dei mutui immobiliari e dei prestiti al consumo.
La Cina ha 700 milioni di utenti Internet ed è diventata leader globale nell'e-commerce e fintech. La digitalizzazione continuerà a rimodellare il paese più popoloso al mondo migliorandone l'efficienza. Ma, al contempo, l'economia tende a diventare più "matura" ed è, quindi, da mettere in conto una riduzione graduale del tasso di crescita negli anni a venire.
Secondo l'organizzazione con sede a Washington, le riforme sono andate avanti in diversi settori chiave e ciò ha consentito di ridurre i rischi del settore finanziario, così come è proseguito il contenimento della sovraccapacità, gli sforzi pro-ambiente sono stati intensificati e una maggiore apertura verso l’esterno è stata sostenuta. Sostanziali passi in avanti nella visione dell'Fmi.