La Cina ha ufficializzato “la vittoria totale” nell’eliminazione della povertà estrema. La seconda economia al mondo ha speso 1.600 miliardi di yuan (202 mld di euro) per portare fuori dalla povertà oltre 10 milioni di persone l’anno (99 mln in totale).
I 128.000 villaggi e le 832 contee, ufficialmente censiti come in estrema difficoltà, sono stati tutti rimossi dalla lista dell’indigenza. Nel complesso, in 40 anni, a partire dalle riforme e dall’apertura del Paese verso l’esterno, “oltre 770 mln di persone sono state portate fuori dalla povertà”, contribuendo per più del 70% alla riduzione del fenomeno su scala globale, sempre nello stesso periodo, anticipando anche di 10 anni il target del 2030 del piano dell’Onu.
La Cina definisce la povertà rurale estrema un reddito pro capite inferiore a 4.000 yuan (508 euro) all'anno, pari a 1,2 euro al giorno, a fronte della soglia globale definita dalla Banca Mondiale di 1,6 euro al giorno. Il punto centrale è tuttavia un altro: più di qualche osservatore solleva dubbi in merito alla veridicità e all’accuratezza dei dati diffusi dal governo centrale.