Da brutto anatroccolo a cigno. Questo è il percorso che l’economia spagnola sembra aver seguito dal 2020 in poi. Le ultime previsioni pubblicate da Bruxelles e dall’Fmi davano già in testa alla classifica l’economia iberica, ma ora anche l’Ocse lo ha confermato e lo ha fatto con una revisione al rialzo ancora più ottimistica.
Dopo aver subito la peggiore recessione tra i Paesi avanzati durante il Covid-19, la Spagna diventa ora l’economia che crescerà (in termini percentuali) di più nell’Eurozona (superando quindi anche Germania e Francia) e anche rispetto ad altri Stati come Canada, Regno Unito, e Usa: il Pil salirà quest’anno oltre il 2 per cento, mentre nel 2024 rimarrà leggermente al di sotto.
Il tasso di crescita ha segnato un incremento dello 0,5 per cento nel primo trimestre del 2023 rispetto al trimestre precedente ed è stato del 3,8 per cento maggiore rispetto a un anno fa. Inoltre, il mercato del lavoro sta mostrando un dinamismo inaspettato, con una crescita dell’occupazione pari all’1,3 per cento nei primi tre mesi del 2023. Il tasso di disoccupazione è lievemente sceso e ora si attesta al 12,7 per cento (aprile 2023), segnalando che la disoccupazione (in particolare quella giovanile) resta uno dei talloni di Achille dell’economia spagnola.
Un altro punto debole continua ad essere il debito pubblico, che rimarrà ben al di sopra del 100 per cento del Pil. L’Ocse, inoltre, suggerisce di mettere mano alla produttività, che resta troppo bassa, e a limitare la dipendenza dai combustibili fossili.