L’economia italiana si è fermata. Anzi, ha messo la retromarcia. Secondo l’Istat, il Pil nel secondo trimestre è diminuito dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,6 per cento in termini tendenziali.
Alla discontinuità dell’andamento congiunturale nel secondo trimestre - spiega l’Istituto di statistica - fa fronte l’evoluzione positiva del Pil in termini tendenziali in misura dello 0,6 per cento, che rappresenta la decima crescita trimestrale consecutiva.
Il passo indietro dell’economia erode anche la crescita acquisita maturata fino ad ora, cioè il dato che si raggiungerebbe a fine anno in caso di variazione zero nei prossimi due trimestri. Al momento, il dato acquisito si ferma a +0,8 per cento.
Leggermente positive le indicazioni che arrivano dai prezzi con l’inflazione che a luglio rallenta al 6 dal 6,4 per cento di giugno, con un incremento congiunturale dello 0,1 per cento.
Se in Italia scende, l’economia migliora nell’Eurozona dopo un primo trimestre piatto (secondo i dati Eurostat): nel secondo trimestre del 2023 il Pil destagionalizzato dell’Eurozona è aumentato dello 0,3 per cento ed è rimasto stabile nell’Ue, rispetto ai tre mesi precedenti. Su base tendenziale, nell’Eurozona il Pil ha registrato un aumento dello 0,6 per cento mentre, nell’Ue, l’incremento è stato dello 0,5 per cento.