Adesso la conferma arriva anche dalla Commissione. Nelle sue previsioni valuta un rallentamento per l'economia europea dopo cinque trimestri di forte espansione. Il documento riduce di due decimi le previsioni di crescita, che a questo punto dovrebbero segnare il 2,1% quest’anno e il 2% nel 2019. "L'attività economica europea rimane solida, ma la revisione al ribasso della crescita del Pil da maggio mostra che il clima internazionale, come la crescente tensione commerciale con gli Stati Uniti, può danneggiare la fiducia e ridurre l'espansione", ha avvertito il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.
A Bruxelles resta alta la fiducia sul fatto che nella seconda metà del 2018 si possa registrare un miglioramento. Bruxelles si aspetta che la fiducia dei consumatori resti elevata, il mercato del lavoro migliori ancora e che il debito delle famiglie sia ridotto.
Questi auspici rischiano di essere neutralizzati. Il commissario europeo all'Economia, Pierre Moscovici, ha avvertito che le stime potrebbero deteriorarsi se si verificasse "un aumento dei prezzi dell'energia e un'escalation protezionistica".
La Commissione Ue rivede al ribasso le stime sul pil dell'Italia: per il 2018 vengono ridotte a 1,3% (da 1,5% previsto a maggio) e nel 2019 a 1,1% (da 1,2%). "Sebbene l'economia italiana sia cresciuta di 0,3% nel primo trimestre 2018, non è completamente sfuggita alla generale perdita di slancio delle economie avanzate. Nel caso italiano sono due gli aspetti, in particolare, a preoccupare: l’incertezza sulle politiche economiche che il nuovo esecutivo adotterà e gli effetti del possibile aumento dei tassi di interesse. Che sono stati bassi per molto tempo, aprendo una lunga finestra in cui si potevano fare molte cose. Ma adesso il vento non soffia più nella stessa direzione.