Il Pil europeo è in rallentamento rispetto al secondo semestre dello scorso anno: il +2,8% del terzo e quarto trimestre del 2017 hanno lasciato il campo a più modesti +2,5% nel primo trimestre e il +2,2% nel secondo. Non si può dimenticare, tuttavia, che l’economia dell'Ue è ormai arrivata al ventunesimo trimestre di crescita consecutiva.
Rispetto al 2012, tutti i grandi paesi dell’eurozona mostrano deficit pubblici in diminuzione. La Germania ha addirittura trasformato un sostanziale pareggio di bilancio in un surplus per 1,4 punti di Pil, grazie alla riduzione di un punto per la spesa per interessi ma anche facendo salire di quasi mezzo punto il suo avanzo primario. La Spagna che nel 2012 aveva salvato il suo sistema bancario vedrà scendere il suo deficit da 10,5 (dato 2012) a 2,4 punti di Pil nel 2018. Nel caso di Madrid il bonus da minori interessi sul debito pubblico è quasi assente. Il grosso della riduzione del deficit deriva dal sostanziale azzeramento del disavanzo primario (era 8,3 punti di Pil nel 2012 ed è ora diventato un avanzo seppur modesto). La Francia dovrebbe analogamente completare il rientro del deficit al di sotto del limite del 3%, un po’ grazie al calo della spesa per interessi e un po’ grazie al calo del disavanzo primario. L’Italia che in questo periodo di tempo non ha mai superato la soglia del 3% dopo il 2012, dovrebbe chiudere il 2018 con un deficit dell’1,8% e un avanzo primario pari all’1,7% del Pil – un po’ inferiore a quello del 2012.
C’è, dunque, una buona notizia. Se dovesse scoppiare una nuova crisi, i governi dei grandi paesi sarebbero meglio posizionati nel sostenere le loro economie perché partono da situazioni di deficit migliori rispetto a quelle del 2012. Ma non tutti i paesi sono nella stessa situazione. C’è chi come la Germania parte da un rapporto debito-Pil che converge verso il 60% del prodotto interno lordo. Ma c’è anche un paese come l’Italia che presenta un dato più che doppio rispetto a quello tedesco e più alto rispetto a quello del 2012, con Spagna e Francia a metà strada con valori non molto distanti dal 100%.
In questi anni Francia e Spagna sono cresciute più dell’Italia ampliando il deficit. Ma hanno fatto salire il loro rapporto debito-Pil in misura rilevante. Ciò significa che di fronte a una recessione dovrebbe essere la Germania ad attuare una politica fiscale super-espansiva perché gli altri paesi non possono permetterselo. Ma con le elezioni europee che si avvicinano, sarà difficile per il governo Merkel ottenere il via libera dai tedeschi per far tornare la prima economia del continente anche la locomotiva dell’Ue.