“Alla luce dell’indebolimento delle prospettive economiche, i governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero essere pronti ad agire in maniera efficace e tempestiva”. È quanto si legge nel Bollettino economico della Bce che invita esplicitamente la Germania a fare di più.
Anche i governi dei paesi con un debito pubblico elevato dovrebbero fare di più, “perseguendo politiche prudenti e conseguendogli obiettivi di saldo strutturale” e che “tutti gli Stati dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita”.
L’Italia è fra i Paesi con documenti programmatici di bilancio “che presentano rischi di non conformità al Patto di stabilità e crescita – si spiega nel Bollettino - e che continuano a registrare livelli di debito molto elevati per i quali non è stato ancora avviato un costante percorso di riduzione”. I casi menzionati sono quelli di Belgio, Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, e Finlandia.
Il debito desta preoccupazione anche perché la crescita continua a essere anemica. Per il terzo trimestre del 2019 la crescita del Pil dell’Eurozona in termini reali si è confermata allo 0,2% sul periodo precedente - fa notare la Bce - invariata rispetto al secondo trimestre. Le proiezioni indicano una crescita annua del Pil in termini reali dell'1,2% nel 2019, dell'1,1 nel 2020 e dell'1,4 nel 2021 e nel 2022.
Per quanto riguarda la dinamica dei prezzi, sarà pari all’1,2% nel 2019 (1,1 nel 2020, 1,4 nel 2021 e 1,6 nel 2022). Valori distanti dall’obiettivo posto da Francoforte: 2%.