I piani nazionali di ripresa e resilienza differiscono nella quantità di sovvenzioni a fondo perduto e prestiti richiesti da ogni paese: l’Italia è la prima beneficiaria delle risorse del Recovery Fund in termini assoluti con 191,5 miliardi di euro, ed è anche l’unico paese che ha scelto di richiedere tutti i fondi che gli spettano. La Spagna è il secondo paese per dimensione del piano, e ha deciso di richiedere solo sovvenzioni per un totale di 69,5 mld. Lo stesso hanno fatto Germania e Francia, che riceveranno, rispettivamente, 25,6 e 39,4 mld.
PRIMI BOND
Lo scorso 15 giugno, la Commissione ha collocato sul mercato i primi bond per raccogliere i fondi necessari per il Next Generation Eu, per un importo pari a 20 mld, il più grande mai raccolto dall’Ue in un’unica transazione. La presidente von der Leyen ha dichiarato che la domanda è stata di sette volte superiore all’offerta, con uno spread di 32,3 centesimi superiore al bund tedesco a dieci anni.
11 RATE
I finanziamenti che la Commissione dovrà raccogliere entro luglio per poter erogare il 13% dei fondi ammontano a 47 mld, di cui 24,9 mld destinati all’Italia. In arrivo entro agosto i primi finanziamenti, legati solo alla presentazione dei piani e all’approvazione di Commissione e Consiglio. Le successive dieci rate (da giugno 2022 fino alla fine del 2026) sono invece condizionate al raggiungimento degli obiettivi.
IMPATTO OCCUPAZIONALE
Secondo la Commissione, inoltre, l’impatto dei fondi del Next Generation Eu sulla crescita del Pil italiano dovrebbe essere del 2,5 per cento entro il 2026 (senza considerare l’effetto delle riforme strutturali), mentre per quanto riguarda l’occupazione, il Pnrr dovrebbe portare a un aumento di 240 mila posti di lavoro nei prossimi cinque anni. Su questo, però, non mancano i giudizi negativi: viene da chiedersi come mai, rispetto agli investimenti programmati, il nostro paese sia quello che creerà meno occupazione.