Il governo tedesco ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per l’anno in corso, passando dal 2,3% prospettato in precedenza all'1,8% attuale. Il ritocco per il 2019 vale 0,3 punti percentuali: dal 2,1% all'1,8%.
La revisione sarebbe da attribuire alle condizioni difficili del mercato interno, al rallentamento dell’attività edilizia e ad un più generico indebolimento del commercio globale. Ma pesa sulle stime anche il rischio di un’uscita “senza accordo” del Regno Unito dall’Ue e la crisi attraversata da Turchia e Argentina.
Nonostante questo, per il nono anno consecutivo l’economia tedesca mantiene il segno positivo, sostenuta dai consumi interni; si prevede infatti un incremento nella spesa delle famiglie, che lieviterà dell’1,6% nel 2018 e del 2% nel 2019, sulla scorta della crescita dei salari nominali che saliranno del 3% quest'anno e del 3,1% nel 2019 e 2020, superando l'inflazione prevista rispettivamente all'1,9% e al 2%. Oltre all’aumento dei consumi privati, anche la spesa pubblica è destinata a salire, soprattutto per via degli investimenti rimandati nella prima metà del 2018 a causa delle difficoltà di formazione della coalizione. Stima prevista dal rapporto: +5,9% nel 2018 e +5,2% nel 2019.