Il mega-decreto annunciato il 20 dicembre dal presidente dell’Argentina, Javier Milei, getta le basi per una profonda deregulation dell’economia domestica ed è stato presentato dal leader ultraliberista come “la base per la ricostruzione” del Paese afflitto da importanti squilibri macroeconomici e sociali.
In un video trasmesso a reti unificate, il capo dello Stato ha presentato solo 30 delle oltre 300 deroghe e disposizioni che figurano nel testo e che verranno adesso sottoposte in blocco all’approvazione delle Camere. Secondo quanto si legge nel documento originale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, i primi tre articoli del decreto costituiscono il quadro generale che giustifica il resto delle 360 misure adottate.
Nel primo articolo si decreta “l’emergenza pubblica in materia economica, finanziaria, fiscale, amministrativa, previdenziale, tariffaria, sanitaria e sociale fino al 31 dicembre 2025”.
Il secondo è dedicato alla deregolamentazione e afferma che “lo Stato nazionale promuoverà la vigenza di un sistema economico basato su decisioni libere”. Per raggiungere questo fine, “sarà attuata la più ampia deregolamentazione del commercio, dei servizi e dell’industria”.
Il terzo riguarda la politica estera commerciale, e ribadisce la necessità di adottare standard internazionali in materia di commercio di beni e servizi nel rispetto in particolare delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale del commercio e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Tra le centinaia di disposizioni, figurano la deroga alla legge sulla terra che vieta la vendita di grandi aree a stranieri, quella alla norma che impedisce la privatizzazione delle aziende statali, e la deroga alla legge che non consente la privatizzazione della compagnia di bandiera Aerolineas Argentinas.