“Non mi sento più solo. Il mondo ha abbracciato l’Argentina. Ho trovato compagni in tutti gli angoli del pianeta, dal meraviglioso Elon Musk alla mia cara amica, la feroce dama italiana Giorgia Meloni, da Bukele in El Salvador a Orban in Ungheria, da Netanyahu in Israele a Trump negli Stati Uniti” dice Javier Milei.
È a Davos anche per godersi una sorta di rivincita sui salotti buoni della finanza che lo guardavano con sospetto. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che il Pil argentino salirà del 5% nel 2025 e di un altro 5% nel 2026.
“L’Argentina è diventata un esempio globale di responsabilità fiscale, di impegno a onorare i nostri obblighi e, ovviamente, di impegno a risolvere il problema dell'inflazione”.
Ma il vero nemico, nel mondo di Milei, sono le organizzazioni internazionali. Dal podio, prende a schiaffi anche il vertice che lo ospita: “Se vogliamo cambiare, se vogliamo davvero difendere i diritti dei cittadini, dobbiamo iniziare prima di tutto dicendo loro la verità. La verità è che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nelle idee che sono state promosse attraverso forum come questo”.