L'economia britannica rallenta. Nel 2018 il tasso di crescita è sceso ai livelli del 2012 dopo una forte contrazione rilevata a dicembre. Su base annuale il Pil è stato dell’1,4% rispetto all’1,8% regitrato nel 2017. Nel quarto trimestre la crescita si è fermata allo 0,2%, dopo lo 0,6% dei tre mesi precedenti. Solo a dicembre, l'economia ha segnato un calo dello 0,4%.
Pesano due fattori: l'incertezza della Brexit e un'economia globale più debole. A livello settoriale scende l’industria, mentre i servizi continuano a crescere. Nonostante il sensibile calo, gli analisti non ritengono che l’economia del Regno Unito si stia avvicinando a una fase recessiva.
Le prospettive, tuttavie, non sono rosee: nei giorni scorsi la Bank of England aveva tagliato sensibilmente le previsioni sul Pil per il 2019, portandole all’1,2% dall’1,7 stimato appena tre mesi prima. Se confermato, si tratterebbe del livello più basso per il Regno Unito dal 2009, l'ultimo della recessione seguita alla crisi finanziaria globale scoppiata l'anno precedente.
Intanto il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit, Michel Barnier, ha fatto il punto della situazione: "Bisogna che qualcosa nel Regno Unito si muova per uscire dall'impasse sulla Brexit. La chiarezza deve venire da Londra, è a Londra che devono trovare il modo per costruire una maggioranza positiva". Ma il tempo stringe. Il 29 marzo, giorno dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, si avvicina.