I servizi pubblici rappresentano la risposta corretta all’aumento della disuguaglianza in Europa?

Le disuguaglianze stanno crescendo in tutta Europa. Come restringere il gap? Un nuovo studio della London University suggerisce di ripensare nei paesi europei agli effetti redistributivi dei servizi pubblici.

Per combattere l’ineguale distribuzione del reddito sono normalmente proposte tre strategie: far crescere l'economia, dare impulso all'occupazione e fornire sostegno al reddito. L’evidenza empririca dimostra che questi tre elementi non sono riusciti a ridurre il divario.

Primo, la ripresa economica, in termini di Pil, c’è, ma non aiuta a ridurre la forbice. L'argomentazione secondo cui "l'alta marea alza tutte le barche" è smentita dai fatti. Secondo, l'automazione riduce l’occupazione. Terzo, il sostegno al reddito non è sufficiente per i beneficiari, né risulta “popolare”. Anzi, viene sempre più visto come strumento che stigmatizza i cittadini meno abbienti senza intaccare le disuguaglianze reddituali.

L'idea di un "reddito di base universale" ha catturato l'immaginazione di molti, ma è in realtà una chimera: è irrealizzabile a qualsiasi significativo livello pratico e politico. Riuscirebbe a ridurre soltanto un pò il gap tra ricchi e poveri. Meglio, invece, ri-pensare ai servizi pubblici. Anche se la loro reputazione pubblica è paradossale. Sanità e istruzione gratuiti sono difesi dalla società, ma allo stesso tempo criticati per l’insufficiente qualità. Al contempo, la maggior parte dei governi non considera un’opzione valida quella di aumentare le tasse per migliorarli. Vi è da parte loro, piuttosto, una tendenza a focalizzare l’attenzione sui più poveri, abbandonando l’idea universalistica dello stato sociale.

Ma il clima potrebbe ora cambiare. Nelle scorse elezioni politiche del Regno Unito (giugno 2017) una percentuale sorprendente di elettori si è espressa a favore dell'abolizione delle tasse universitarie. In ogni caso bisognerà trovare un equilibrio tra il cambiamento tecnologico e i cambiamenti socio-demografici. Ripartendo dall’idea che I servizi pubblici sono uno strumento di ridistribuzione più efficace ed efficiente dei trasferimenti in denaro, compreso il reddito di cittadinanza.