Un acquedotto sottomarino tra il territorio italiano e quello albanese, 85 chilometri di condutture in fondo all’Adriatico, 120 in terraferma, a Girokaster nel Paese delle Aquile e a Galugnano, in provincia di Lecce, 4 anni di lavori e 1 miliardo di euro di investimenti per realizzarlo. A molti anni dai primi studi di fattibilità, il progetto di un acquedotto tra la Puglia, che ha sempre avuto la necessità di affidarsi alle infrastrutture per approvvigionarsi dalle regioni limitrofe, e l’Albania, ricca di sorgenti d’acqua, torna ad essere di attualità.
“Qui, in Puglia, abbiamo le competenze per essere un punto di riferimento nazionale per la politica idrica – ha spiegato il presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana -. Abbiamo l’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa, la prima stazione appaltante della Puglia. Unita dal mare Adriatico abbiamo, qui, di fronte a noi l’Albania, un Paese ricchissimo di acqua. Con l’Albania abbiamo dei rapporti di vicinanza eccezionali. Abbiamo un’opportunità enorme per affrontare la crisi idrica, in maniera preventiva. Possiamo dar vita a un grande e ambizioso progetto: costruire un imponente infrastruttura idrica nel Mare Adriatico tra Puglia e Albania”.
Per realizzare l’opera — che andrebbe ad aggiungersi agli oltre 20 mila chilometri di rete idrica dell’Acquedotto Pugliese — servirebbero 4 anni di lavori e 1 miliardo di risorse, da finanziare ricorrendo a Bei, Bers, Stato italiano, Regione e mezzi propri dell’Acquedotto Pugliese. L’obiettivo è di trasportare in Puglia 150 milioni di metri cubi di acqua all’anno con una condotta sottomarina che nei punti più profondi arriverebbe anche agli 850 metri sotto il livello del mare.