Un’app di incontri offerta dal governo, speed date organizzati dai sindacati e sussidi per slegare le tube o invertire una vasectomia: le amministrazioni di vari paesi asiatici in crisi di natalità stanno cercano di invertire un trend demografico comune a molti paesi industrializzati, ma che in Asia orientale è particolarmente marcato e presto renderà insostenibile lo squilibrio tra popolazione giovane e anziana.
In Giappone il comune di Tokyo, dove si registra la più alta percentuale di persone sopra i cinquant’anni non sposate, a luglio lancerà un’app per incentivare gli incontri “a scopo matrimonio”. L’accento sul matrimonio è dovuto al fatto che in Giappone, come negli altri paesi della regione, raramente si fanno figli se non si è sposati.
L’amministrazione della capitale punta sulla serietà e il rigore garantiti dal fatto che si tratta di uno strumento “istituzionale”. Per registrarsi sulla nuova applicazione sarà necessario dimostrare di essere legalmente single fornendo lo stato di famiglia, firmare una dichiarazione in cui si assicura di essere in cerca di qualcuno da sposare e si dovrà dichiarare il proprio reddito.
Nel 2023 le nascite sono calate per l’ottavo anno consecutivo e, data l’alta aspettativa di vita, il Giappone è il paese con la popolazione più anziana del mondo. Ma sull’efficacia di questo provvedimento, e in generale delle strategie messe in campo da governi e amministrazioni per convincere i cittadini a fare figli, ci sono molti dubbi, e emerge una mancanza di visione a lungo termine sull’argomento.
Dagli studi sul tema è ormai assodato che il peso economico da sostenere per crescere un figlio e il sacrificio sociale che la maternità implica per le donne sono i due elementi che più pesano sulla scelta di non riprodursi. Invece che investire sulle app sarebbe più utile capire, per esempio, come ridurre la disparità di genere e il divario salariale tra uomini e donne, che in Asia Orientale sono particolarmente elevati.