Dopo 12 anni di austerity, la Grecia non è più ‘osservata speciale’. Ma il suo debito/Pil è ancora al 183%

“La Grecia ora può guardare con fiducia al futuro”, twitta Ursula von der Leyen. Ma alto debito e disoccupazione, giovani in fuga all’estero, e una profonda crisi sociale evidenziano un altro quadro

Dopo 12 anni di austerity, Atene non è più ‘osservata speciale’
Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis

Asfissiata da debiti e corruzione, nel 2010 la Grecia si trovò a un passo dal fallimento. E per questo finì sotto la tutela di tre istituzioni: Commissione Europea, Fmi e Bce. Dodici anni dopo, il 20 agosto, il paese ellenico è uscito dalla “sorveglianza rafforzata”, il programma che ha limitato per anni la politica economica di Atene. Per ottenere dall’Ue le risorse necessarie alla sopravvivenza stessa del Paese, la Grecia ha infatti dovuto sottoporre per anni l’andamento della propria economia al controllo di Bruxelles e al raggiungimento degli obiettivi imposti dai Memorandum.

I contratti che hanno consentito alla Grecia di ricevere un importo complessivo di prestiti pari a 241,6 miliardi di euro nel periodo 2010-2018 hanno portato anche “tasse insopportabili e tagli a salari e pensioni, controlli bancari e ipotecari sui beni pubblici, il declassamento della difesa nazionale, dell’istruzione pubblica e della sanità, nonché l’emarginazione della posizione della Grecia in Europa e nel mondo”, ha riconosciuto il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis.

In effetti, la Grecia è ancora oggi un paese a pezzi. Da ricostruire. E con un rapporto debito/Pil stimato per il 2023 pari al 183%. C’è poi un’alta disoccupazione e una profonda crisi sociale. Tuttavia, il premier ellenico parla di “una Grecia diversa”, convinto che “l’uscita dal quadro di sorveglianza rafforzata significhi un maggiore margine di manovra nazionale nelle nostre scelte economiche”.

Anche le istituzioni di Bruxelles hanno accolto positivamente la fine del programma di sorveglianza. “Il Paese può chiudere questo capitolo e guardare al futuro con fiducia”, è stato il messaggio rivolto ad Atene dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ma l’Ue si trova ora ad affrontare un mare in tempesta, sballottata da alta inflazione, crisi energetica e conseguenze della guerra in Ucraina. Un mix che rischia di trascinare il Vecchio continente in una pesante fase recessiva.

“La fine della sorveglianza rafforzata per la Grecia segna anche la conclusione simbolica del periodo più difficile che l’Eurozona ha vissuto. La nostra forte risposta collettiva alla pandemia ha indicato che l’Europa aveva imparato le lezioni di quella crisi”, ha sottolineato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, riprendendo le critiche sulla gestione di una crisi, quella del debito, che a detta di tanti osservatori si sarebbe potuta risolvere meno dolorosamente con una maggiore solidarietà da parte degli Stati membri.

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