Cosa succede ora dentro Cosa Nostra dopo l’arresto di Messina Denaro?

Con la cattura di Matteo Messina Denaro, si assottiglia l’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze

Cosa succede ora dentro Cosa Nostra dopo l’arresto di Messina Denaro?

Matteo Messina Denaro non era e non ha mai voluto essere il “capo dei capi” di Cosa nostra. Troppo furbo per ambire a coprire un ruolo che avrebbe attirato su di sé i riflettori della giustizia e le attenzioni spietate dei nemici, più di quanto non sia successo. Dopo la caduta dei corleonesi Bernardo Provenzano e Totò Riina, lui era sì l'ultimo padrino autorevole, temuto e carismatico ma senza mai alcuna reale volontà di porsi al vertice di una struttura complessa, come Cosa Nostra: era la figura più carismatica in grado di imporre la sua strategia criminale e di assicurare la stabilità degli equilibri interni.E in molti si chiedono cosa succederà dentro Cosa Nostra dopo l’arresto di Messina Denaro?

Anche perché per rintracciare la cattura di un esponente mafioso occorre tornare indietro nel tempo. Nel 2012 venne arrestato a Bangkok Vito Roberto Palazzolo, considerato il cassiere di Cosa Nostra. Lo stesso anno dalla lista del Viminale dei latitanti più pericolosi venne rimosso il nome di Vito Badalamenti. Ricercato dal 1995, il boss mafioso, riuscì a godere dell’estinzione della pena, dopo il via libera della corte d’Appello di Palermo. Nel 2010, dopo 11 anni di latitanza, venne arrestato, a Favara, Gerlandino Messina, il reggente di Cosa Nostra ad Agrigento. Lo stesso anno, a Marsiglia, finì la fuga del suo ’delfino’, Giuseppe Fasone, anche lui ricercato da 11 anni.

Nel complesso, dal 1992 ad oggi sono oltre 50 gli arresti di latitanti considerati tra i più pericolosi d’Italia. Ora, con l’arresto di Matteo Messina Denaro, si assottiglia l’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze.

Si tratta di Attilio Cubeddu (Anonima sequestri), nato il 2 marzo 1947 a Arzana (Nuoro) e ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu e Carros (Nuoro), ove era recluso, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Il bandito sardo era coinvolto anche nel sequestro Soffiantini. Il 18 marzo 1998 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

E ancora; Giovanni Motisi, nato il primo gennaio 1959 a Palermo, ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso, dal 2002 per strage ed altro; deve scontare la pena dell’ergastolo. 

Renato Cinquegranella (camorra), nato il 15 maggio 1949 a Napoli, ricercato dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro.

Infine Pasquale Bonavota (’ndrangheta), nato il 10 gennaio 1974 a Vibo Valentia, ricercato dal 2018 per “associazione di tipo mafioso” e “omicidio aggravato in concorso”.

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