A sei mesi dall’insediamento delle nuove Camere, OpenPolis fa un primo punto sul livello di partecipazione dei parlamentari. La questione non è un dettaglio: a seguito del taglio dei parlamentari, una scarsa presenza in aula può comportare un rischio politico per la maggioranza che potrebbe non avere i numeri per approvare i provvedimenti. Inoltre, soprattutto al Senato, può venir meno il corretto funzionamento dei vari organi interni (commissioni, giunte, comitati).
Venendo ai dati, circa il 21 per cento dei parlamentari risulta presente a meno del 60 per cento delle votazioni. Tra gli assenteisti record spicca Umberto Bossi (che però si trova in precarie condizioni di salute, in verità erano tali anche prima delle ultime elezioni) con lo 0,38 per cento di partecipazione alle votazioni alla Camera. Seguono Silvio Berlusconi (0,55) e l’imprenditore farmaceutico Antonio Angelucci (1,44).
Tra i 20 eletti con meno presenze citati da OpenPolis, 17 fanno parte della maggioranza del centro destra. E l’opposizione?
In prima posizione troviamo Francesco Silvestri con il 33,08 per cento, capogruppo alla Camera del M5s. Seguito da Franco Mirabelli del Partito Democratico (29,83) e dal leader di Azione Carlo Calenda (11,9).
Insieme a Berlusconi, Calenda, dunque, è il leader politico meno presente alle votazioni in Aula. Ottiene un dato migliore Matteo Renzi (41,7 per cento). Su livelli progressivamente più elevati si segnalano Elly Schlein (53), Giuseppe Conte (65,2), Nicola Fratoianni (74,5) e Angelo Bonelli (83).