L'Unione europea ha tirato un sospiro di sollievo dopo che un'alleanza anti-establishment era pronta a governare la terza economia dell’eurozona, implosa all'ultimo minuto tra le preoccupazioni che stava progettando di sgattaiolare fuori dall'euro uscendo dalla porta sul retro. Quasi tre mesi dopo che la maggioranza degli italiani ha votato per i partiti populisti, si profila il ritorno alle urne. Con il leader della Lega che dubita della democrazia italiana e quello dei Cinque Stelle che solleva la prospettiva dell'impeachment del presidente Sergio Mattarella.
Ma il presidente, vero custode delle istituzioni italiane, ha spiegato in una lezione di educazione civica agli italiani domenica notte che stava solo portando avanti i suoi obblighi costituzionali per confermare un governo stabile che proteggesse gli interessi e i risparmi degli italiani.
Cosa che non sarebbe potuta accadere con certezza se avesse nominato a capo del ministero più importante Paolo Savona, un economista ottantaduenne che ha criticato l'adesione dell'Italia all'euro. Si prospetta ora una lunga e feroce campagna elettorale. Ma in questa fase, imprevedibile, drammatica e apparentemente senza fine, nulla è certo.