Senza un governo pienamente in carica dal 4 marzo, la decisione del presidente di annullare la nomina di Savona non ha precedenti nella storia recente e ha messo in luce un profondo divario con i due partiti populisti: M5s e Lega.
L'incertezza sulla posizione dell’Italia all'interno dell'euro ha allarmato i mercati. Tuttavia Luigi Di Maio, leader del M5S, ha criticato la decisione. “In questo paese, puoi essere un criminale, un condannato per frode fiscale o indagato per corruzione ed essere un ministro ... ma se critichi l'Europa, non puoi essere un ministro dell'economia”. L’idea del Quirinale è che l’adesione all’Ue è imprescindibile per la sicurezza finanziaria e il futuro del Paese.
Gli ultimi sviluppi hanno messo l'Italia su un cammino incerto. Alcuni analisti hanno creduto che qualsiasi mossa di Mattarella per spingere contro i partiti populisti servisse solo ad agitare i loro sostenitori, alimentando il sentimento anti-euro in Italia. D’altronde nel proporre Savona i due leader non potevano non sapere che sarebbe stato quasi impossibile ottenere il benestare di Mattarella. Lo scenario di nuove elezioni potrebbe creare una maggioranza ancora più consistente per M5s e Lega.
Gli economisti hanno calcolato che il costo delle promesse della coalizione - tasse più basse, benefici maggiori, pensionamento anticipato – avrebbero potuto raggiungere i 170 miliardi di euro, circa il 10% del Pil dell'Italia. Ciò si aggiungerebbe al debito già enorme e innescherebbe potenzialmente lo scenario peggiore per l'Ue: una crisi del debito in stile greco nella terza più grande economia della zona euro.