“Non ce la faccio più, sono sottoposto ad un agguato dietro l’altro. L’ultimo è stato quello di mandarmi davanti alla Commissione parlamentare di ritorno dall’Ecofin. L’unica cosa che mi interessa è salvare il Paese. Quella è la mia luce. Altrimenti, se fosse solo per me, già ora…”. Questo sms è stato mandato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria a un esponente dell’opposizione (Renato Brunetta) ed è riportato oggi da Augusto Minzolini su Il Giornale.
Brunetta ha un rapporto personale con Tria: dapprima sono stati colleghi quando insegnavano alla facoltà di Economia dell’Univesrità di Tor Vergata (Roma), poi nei cinque anni di governo Berlusconi tra 2001 e 2006 Tria è stato tra i consiglieri più ascoltati dall’allora ministro della Pubblica Amministrazione.
L’sms, che secondo il racconto di Minzolini è stato inviato a Brunetta, non è un annuncio di dimissioni, anche se continuano a rincorrersi voci sull’addio del titolare di via XX Settembre, e fa riferimento a un episodio ben preciso, ovvero l’intervento del ministro del 4 dicembre di fronte alle Commissioni Bilancio della Camera e del Senato. “Il tema è da informativa e non sono in grado di fare un'audizione. Se non siete d'accordo me lo dite e me ne vado", aveva detto Tria.
L’ostilità nei confronti del ministro è confermata anche dal retroscena pubblicato da La Stampa e firmato da Ilario Lombardo. Dopo essersi riunito con il premier alla presenza del Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, che aveva con sé le tabelle delle voci di bilancio su cui cercare un’alternativa ai tagli, Tria ha disertato il vertice con Di Maio e Salvini. Ma ha senso discutere di manovra senza il ministro che dovrà comunque firmarla?
Tria è sempre più isolato, investito dalla sfiducia del premier e del M5S. Salvini, tuttavia, non sembra così convinto che il ministro vada lasciato al suo destino e dismette i panni da incendiario: “La Lega lavora a una soluzione di buon senso”. Adesso il pompiere è Salvini.
Poi è arrivata la secca smentita dell'economista prestato alla politica: "Non mi dimetto". In ogni caso, qualunque regolamento di conto avverrà dopo l'approvazione della manovra.