Tensione alle stelle nella maggioranza dopo lo stop alla mozione dei cinquestelle contro la Tav. A Palazzo Chigi si è tenuto un colloquio tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini.
Il leader leghista avrebbe posto le proprie condizione per andare avanti: una rivoluzione nel governo, con nomi nuovi e un "contratto" rivisto e corretto in salsa leghista, o è meglio finirla qui, subito.
Più che a elezioni anticipate, in casa M5s è a un rimpasto che ci si prepara. Salvini punterebbe alla sostituzione del ministro alle Infrastrutture, bocciato in Aula dal sì alla Tav, Danilo Toninelli. Ma è a qualcosa di più che sembra aspirare il ministro dell'Interno: un cambio radicale nel governo e la sostituzione del ministro Giovanni Tria, che si è mostrato troppo sensibile alle ragioni delle regole di bilancio Ue.
Poi, durante un comizio a Sabaudia, Salvini certifica la crisi: "Non mi uscirà mai una parola negativa su Di Maio o Conte, ma qualcosa si è rotto negli ultimi mesi", ha detto il vicepremier leghista.