“Chiudo tutte le attività non strategiche fino al 3 aprile” di fronte alla “crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo dopoguerra: la morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova”.
A questo punto non abbiamo alternative. Il premier ne è consapevole: sono “misure severe. In questo momento dobbiamo resistere, perché solo così riusciamo a tutelare noi stessi.”
Conte è sicuro che il sistema reggerà: “Il motore dell’Italia rallenta – dice – ma non si ferma”. L’elenco delle attività strategiche, quelle che non si fermano, conta circa ottanta voci. Dalla chimica all’alimentare, passando per farmacie e edicole.
Conte prova poi a rassicurare gli animi, spiegando che per contrastare l’emergenza coronavirus “il governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa”.