Il ‘piano A’ di Matteo Renzi è rimettere tutto in discussione, a partire dal ‘Recovery plan’. Per arrivare al modello francese: una cabina di regia con le forze parlamentari e le parti sociali, senza piantare paletti a un’unità di missione ma lasciando alla politica (e al Consiglio dei ministri) la facoltà di decidere sui progetti.
Il ‘piano B’ – nell’ottica del leader di Italia Viva - è l’ipotesi di un esecutivo istituzionale. E in tanti nei partiti di maggioranza e opposizione negli ultimi giorni sono tornati a guardare a Mario Draghi, ritenendo che sono lui, come alternativa a Conte, possa gestire i 209 miliardi.
Mesi fa anche Matteo Salvini aprì alla prospettiva di un governo istituzionale per poi chiudere quella porta. Ma di fronte a quella che agli occhi del partito di via Bellerio appare come una emergenza democratica, in tanti nella Lega sono tornati a ragionare sul ‘piano B’.