Dice di non aver alcuna intenzione di tornare indietro, Matteo Renzi: “Conte pensa di intimidirci minacciando un passaggio in Parlamento? Siamo stati noi a invocarlo per primi. E non rinunciamo certo alle nostre richieste. Andiamo pure in aula e vediamo se il governo ha i numeri”. È il duello finale tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte.
L’ex premier spinge sull'acceleratore della crisi come mai aveva fatto finora. E dopo l’incontro al Tesoro fa sapere che sul Recovery “c’è un abisso nel metodo e sui contenuti: non saremo complici di un piano senza ambizione per il futuro del paese” (spiegano a Repubblica fonti renziane). Punti cruciali per Iv sono il Mes, le infrastrutture, la giustizia, la Pubblica amministrazione, il 5G, il no alla fondazione cybersecurity che, tolta dalla manovra, rispunta nascosta nel Recovery.
Intanto potrebbe crescere in Conte la volontà di essere lui a spingere verso nuove elezioni visto che i sondaggi sembrano premiare una ‘sua’ lista. Una prospettiva che anche a Renzi (sebbene la sua creatura ‘Italia Viva’ non sia certo in testa alle rilevazioni campionarie) potrebbe in qualche modo rappresentare il meno peggio. Alle urne, infatti, qualcuno (più a destra che a sinistra) potrebbe premiarlo per aver dato una scossa a un parlamento ‘sopito’ (e aver fatto cadere il governo).