Al momento c'è soltanto un'astensione. Quella di Italia Viva durante il Consiglio dei ministri che si è concluso poco prima dell'una, dedicato al Recovery plan. Doveva essere una riunione ad alta tensione e così è stata, con duri scontri tra le ministre del partito di Matteo Renzi da una parte e il premier Giuseppe Conte e gli altri alleati di governo dall'altra, soprattutto sul mancato utilizzo del Mes e sul numero di vittime causate dal coronavirus in Italia. La crisi, però, non è ancora stata formalmente aperta, né le ministre renziane si sono dimesse: "In mattinata decideremo e nel pomeriggio lo comunicheremo alla stampa", spiega il leader di Iv Matteo Renzi.
Alla fine il governo italiano ha comunque approvato il Recovery plan, un pacchetto di interventi da 222,9 miliardi. Un documento da 160 pagine che prevede, tra i vari ambiti di intervento, 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura, 68,9 per la rivoluzione digitale, 31,98 miliardi per le infrastrutture, 28,49 miliardi per l'istruzione, 27,62 miliardi per l'inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali) e 19,72 miliardi per la salute.
Oggi (mercoledì 13 gennaio) è in programma la riunione in cui Italia viva deciderà se far dimettere o meno le proprie ministre. Conte sente aria di crisi e convoca un doppio Cdm, uno in serata sul nuovo dl anti-Covid (con lo stato di emergenza che potrebbe essere prorogato al 30 aprile), l'altro giovedì sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio. Un modo per mettere al sicuro i provvedimenti più cruciali per il Paese in questo momento. Poi, se le ministre di Iv si dimetteranno, per il premier si potrebbe aprire la strada del sostegno dei Responsabili.