Da un lato, Partito democratico, Forza Italia, Italia Viva, LeU e altri gruppi minori (autonomie, europeisti, misto) che voteranno a favore del nuovo governo. I dubbi riguardano M5s e Lega, i due partiti con il maggior numero di parlamentari, sia alla Camera che al Senato.
Se la Lega votasse a favore, la maggioranza per Draghi è praticamente certa in ogni caso, anche senza l’appoggio del M5s: il nuovo governo avrebbe almeno 199 voti favorevoli (su 315) al Senato e 400 (su 630) alla Camera. Se invece la Lega dovesse votare contro, il governo Draghi potrebbe partire solo se il M5s votasse sì, limitando quanto più possibile le defezioni.
Una terza soluzione per la Lega è quella dell’astensione: in questo caso, l’asticella per il voto di fiducia si abbasserebbe a quota 127 al Senato e 249 alla Camera, e diventerebbe così possibile far partire il governo Draghi anche con il voto contrario di tutto il M5s.