Il sequestro di 10 milioni di euro a Massimo Bochicchio, il finanziere accusato di aver truffato il mondo del calcio e non solo, rischia adesso di innescare un effetto domino sul sistema di potere che, in Italia, regge lo sport. E non solo.
Intanto, perché l’indagine è solo una costola della ben più importante attività investigativa condotta dalla Procura di Milano sull’assegnazione dei diritti televisivi del campionato di Serie A a Sky Italia. Una partita da un miliardo di euro. Malagò, a quanto si capisce, è stato intercettato dagli investigatori proprio nei mesi caldi del dibattito pubblico sul futuro dello sport in Italia (leggasi la polemica tra Vincenzo Spadafora, Malagò e Vito Cozzoli).
Malagò - indagato per falso nella vicenda della nomina di Micciché alla presidenza della Lega - ha affrontato veramente ogni aspetto del potere sportivo italiano, in questi mesi. Da Milano-Cortina alla nuova asta per diritti tv, dalla partita con Sport e Salute ai rapporti con il Cio.
Mesi in cui sul suo telefonino sono sfilati tutti i poteri, forti o deboli, oscuri o sotto i riflettori, di Roma. Dall’ospedale San Giovanni alla Presidenza della Repubblica, dal quartier generale dell’Inter ai salotti romani (dei quali proprio Malagò è stato gran frequentatore in qualità di padre nobile del Circolo Aniene) e alla truffa di Bochicchio. Tutto questo emergerebbe nel cellulare del Presidente del Coni.