Riportiamo qui alcuni significativi passaggi dell'articolo a firma di Ida Dominijanni e pubblicato da ‘Internazionale’
“Siamo un popolo infantilizzato da un quarto di secolo di cattiva politica e di pessima televisione, ma non al punto da credere che i governi ce li porti la cicogna. E dunque la favola bella del salvatore della patria chiamato dal Quirinale con una telefonata siamo ancora in grado di respingerla al mittente. La ‘soluzione Draghi’, lo sappiamo tutti, era nei retropensieri di tutto l’arco dei poteri politici, economici e istituzionali italiani. Ma il mandato alla Bce è finito nell’ottobre 2019, quando l’esperimento del secondo governo Conte era cominciato da soli due mesi e non lo si poteva strangolare nella culla.”
“È bastato che la prima fase del contagio si placasse perché crescessero i pruriti su come sottrarre la gestione dei fondi europei alla squadra che li aveva ottenuti. L’accerchiamento è stato concentrico: la scalata di Bonomi a Confindustria e l’operazione Gedi sulla stampa, trincea degli attacchi quotidiani all‘’assistenzialismo’ del M5s e allo ‘statalismo di ritorno’ del Pd. Renzi ha solo completato l’opera, assistito da ciò che resta della corte di Arcore e da un Giorgetti smanioso di recuperare alla Lega sovranista la rappresentanza originaria del padronato padano.”
“Obiettivo politico, interrompere l’esperimento Pd-M5s, spostare l’asse degli equilibri al centro liberandolo dalla presenza ingombrante di Giuseppe Conte, spedire i cinquestelle ai margini e riportare la Lega al governo. E ribadire il vincolo transatlantico dell’Italia in tempi di espansionismo cinese.”