Nella Sala della Regina, alla Camera, il presidente dell’Anac Giuseppe Busia presenta la sua relazione annuale e dice che “la corruzione lede il principio di uguaglianza”, nel senso che “qualcuno viene favorito e passa avanti a chi, in una competizione leale, avrebbe vinto”. E, poi, “la corruzione è odiosa perché coinvolge la parte pubblica della società, che dovrebbe essere invece al fianco dei cittadini”, mentre “la deviazione di risorse pubbliche a vantaggio di pochi, che sempre accompagna i fenomeni corruttivi, ricade innanzi tutto sui più deboli, su chi non ha i mezzi per fare da solo”.
Tra i vari aspetti trattati nel suo intervento, Busia si sofferma sul boom degli appalti sotto soglia. Nel secondo semestre del 2020 è aumentato del 242% l’affidamento diretto di lavori fino a 150 mila euro, conseguenza delle procedure semplificate consentite nel periodo di emergenza. “Le stazioni appaltanti - dice Busia - hanno fatto larghissimo ricorso alle nuove procedure che consentono di assegnare le commesse in via diretta a un operatore anche senza un preliminare confronto fra preventivi”. Una tendenza che potrebbe essere “addirittura accentuata” dopo il decreto del 31 maggio che estende la portata di questa procedura anche per i servizi e le forniture entro la soglia di 139 mila euro fino al 30 giugno del 2023.
Poi Busia si affida a Balzac. Il presidente dell’Anac cita, in chiusura della sua relazione, Honoré de Balzac che “spiega come gli uomini, per farsi strada, possono usare il proprio talento, impegnandosi per valorizzarlo, ovvero farsi largo con la corruzione, superando gli altri con sotterfugi e inganni”. Ma Busia dice al governo e al Parlamento che la strada, in realtà, è un’altra: “La vera sfida per allontanare la corruzione è costruire un’amministrazione capace di fare il proprio dovere, un’amministrazione competente, qualificata e trasparente, che guardi ai risultati e che sappia usare la discrezionalità per assicurare ai cittadini i servizi migliori”.