Un leader socialdemocratico che potrebbe tornare a guidare il governo finlandese dopo vent’anni. Ma l’estrema destra dei “Veri Finlandesi”, i populisti alleati di Matteo Salvini, si conferma seconda. I socialdemocratici hanno ottenuto il 17,7% dei consensi, mentre i sovranisti il 17,5%.
Il leader dell’ultradestra Olli Kotro aveva scommesso sulla paura dei cittadini di nuovi sacrifici richiesti dagli altri partiti per contrastare i cambiamenti climatici. E poi ancora sulla preoccupazione nell’opinione pubblica per un aumento dei reati sessuali, che l’estrema destra ha attribuito agli immigrati. In molti sembrano avergli dato ascolto.
La politica anti-stranieri dei “Veri Finlandesi”, che si è declinata in ambito europeo con l’adesione al progetto del leader leghista italiano di costituire un’alleanza sovranista, ha funzionato: +15% di preferenze rispetto alle elezioni precedenti. Tuttavia, il secondo posto suona come una beffa, visto che non gli consentirà di entrare nel nuovo governo. Inoltre, dal primo luglio Helsinki assumerà la presidenza del semestre Ue.
Alla guida del paese andrà (molto probabilemnte) l’ex sindacalista Antti Rinne: la maggioranza dei finlandesi ha puntato sulla lotta al cambiamento climatico e sulla difesa del generoso modello di welfare noto in tutto il mondo, ma indebolito da anni di austerità sotto il governo di centrodestra di Juha Sipila. L'ex premier si era dimesso il mese scorso proprio dopo la bocciatura della sua riforma che voleva ridurre sensibilmente i costi del sistema sanitario. E anche le urne hanno confermato che le sue ricette non sono state apprezzate: il suo partito di centro è quarto.
Rinne, invece, in campagna elettorale ha puntato su un rafforzamento del welfare state, promettendo tra le altre cose di aumentare le pensioni. Il premier in pectore ha anche proposto un aumento delle tasse, che sono già tra le più alte nell’Ue, con un’aliquota massima per le persone fisiche di oltre il 51%.
Al di là dei programmi, il primo problema dei socialdemocratici sarà trovare un partner per una coalizione. I numeri, infatti, non consentiranno loro di governare da soli.