Il Parlamento della Georgia ha approvato in terza e ultima lettura la controversa legge sulle influenze straniere, che è stata soprannominata dall'opposizione ‘legge russa’ e che ha scatenato settimane di massicce proteste. Poco prima della votazione alcuni esponenti della maggioranza e dell’opposizione erano venuti alle mani in aula.
Dopo il dibattito, hanno votato a favore 84 parlamentari su 116 presenti, mentre 30 hanno votato contro un testo che, secondo i detrattori, allontana la Georgia dall’Unione europea (Tbilisi ha ottenuto lo status di paese candidato all’ingresso nell’Unione nel dicembre 2023) e l’avvicina alla Russia.
Centinaia di manifestanti si sono riuniti davanti alla sede del Parlamento a Tbilisi per contestare l’adozione della legge. L’opposizione georgiana considera il testo illiberale e chiaramente ispirato alla legislazione russa che il Cremlino usa da anni per reprimere il dissenso.
In base alla legge, le organizzazioni che ricevono più del 20 per cento dei finanziamenti dall’estero saranno obbligate a registrarsi come “organizzazioni che perseguono gli interessi di una potenza straniera” per evitare forti multe.
Il governo, guidato dal primo ministro Irakli Kobakhidze, sostiene che la legge aumenterà la “trasparenza”, ma i critici temono che possa essere usata per reprimere le ong e i mezzi d’informazione indipendenti.