Era l’unico candidato, votato da un collegio elettorale boicottato dalle opposizioni. Mikheil Kavelashvili, ex calciatore ed esponente dell’ala più ferocemente antioccidentale della maggioranza, è il nuovo presidente della Georgia.
Ma è riconosciuto solo da una parte del Paese. La presidente uscente, l’europeista Salomé Zourabichvili, ha denunciato come fraudolente le elezioni del 26 ottobre e non riconoscerà nemmeno il successore: “Un parlamento illegittimo non può eleggere il nuovo presidente”.
Con lei, le opposizioni. Che accusano ‘Sogno georgiano’ (il partito di Kavelashvili) di aver manipolato le elezioni e di stare riportando il Paese nella sfera d’influenza di Mosca, deviando dal cammino euroatlantico perseguito da 25 anni e sospendendo, almeno fino al 2028 (come già annunciato da Kavelashvili), i negoziati per l’adesione all’Unione europea, che però è un obiettivo sancito dalla Costituzione georgiana.
Uno dei problemi di questa storia è che non sembrano emersi ad oggi fatti concreti di irregolarità e azioni illegali durante le elezioni.