“Una giornata potente e molto fruttuosa”. Ha sintetizzato con queste parole su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’annuncio di Olanda e Danimarca dell’invio di caccia F-16 a Kiev. “Ringrazio il premier Mark Rutte tutta la sua squadra e gli olandesi per la decisione sugli F-16 per l'Ucraina. I nostri guerrieri riceveranno 42 grandi aerei da combattimento”, scrive.
“Ringrazio la premier Mette Frederiksen e l’intero paese della Danimarca, così come tutti i danesi che hanno a cuore l’Ucraina, per la loro assistenza estremamente pratica: 19 caccia”. Ma non è stata ancora fissata ufficialmente la data di effettiva consegna dei velivoli danesi e olandesi,
Zelensky, infine, ha voluto ringraziare anche “il popolo americano, il presidente Joe Biden ed entrambe le parti del Congresso degli Stati Uniti per il loro incrollabile sostegno e i continui passi positivi per la coalizione dell’aviazione e per il beneficio della nostra comune libertà”.
È quest’ultimo ringraziamento la chiave di volta per Kiev. Nel 2024 sono programmate le elezioni negli Stati Uniti che, nel frattempo, stanno aumentando la pressione su Zelensky affinché accetti un compromesso con Mosca. Ritrovarsi nel pantano di una guerra – che secondo il Wall Street Journal rischia di durare anni – alle porte delle elezioni potrebbe rappresentare un ostacolo per Biden che aspira al secondo mandato presidenziale.
In tal contesto, se l’obiettivo (difficile da ottenere) di Kiev è ripristinare l’integrità territoriale, quello russo appare decisamente più elastico e varia da ambiziosi piani imperiali a più limitate conquiste di territorio. Al momento, la strategia del Cremlino appare quella che, tra le due, potrebbe avere maggiore probabilità di raggiungere il proprio scopo. Nonostante i (tardivi) F-16.