La guerra del gas

Gli Usa si sono sempre opposti alla formazione di un blocco euroasiatico che, per la contiguità territoriale, sarebbe diventato un loro competitore.

Francesco Sylos Labini e Matteo Caravani

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La guerra del gas

Ecco alcuni estratti dal libro di Francesco Sylos Labini e Matteo Caravani ‘Bussola per un mondo in tempesta’.

“La Russia ha enormi risorse energetiche di cui l’Europa, per contiguità territoriale, ha necessità; sin dagli anni Ottanta è stato ipotizzato di portare il gas estratto dai giacimenti siberiani all’Europa, progetto che aveva suscitato l’ostilità degli Usa. Anche in seguito, si è cercata l’integrazione economica della Russia in Europa attraverso lo scambio dell’energia a basso costo in cambio di tecnologia, e questo era l’obiettivo del gasdotto Nord Stream, che, attraverso il Mar Baltico, avrebbe trasportato gas dalla Russia in Europa occidentale, passando per la Germania”.

“Prima della costruzione del Nord Stream, negli anni Duemila, l’italiana Eni e la russa Gazprom avevano realizzato il gasdotto Blue Stream che trasportava il gas dalla Russia alla Turchia attraverso il Mar Nero. In seguito l’Italia nel 2007 aveva sottoscritto un altro accordo tra Eni e Gazprom per realizzare il South Stream, un gasdotto per connettere Russia ed Ue senza transiti in Paesi extra-comunitari. Il progetto fu sospeso nel 2014 per le sanzioni a Mosca in seguito all’annessione della Crimea”.

“Il Sud Stream venne quindi sostituito, grazie ad un accordo tra Russia e Turchia, dal Turkish Stream. Per arrivare in Europa il gas russo passava via terra, attraverso diversi Stati: il Nord Stream è stato progettato per bypassare gli Stati baltici, quelli di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria), l’Ucraina e la Bielorussia, così da eliminare qualsiasi pretesa da parte di questi Paesi. La costruzione del gasdotto, che si compone di due linee, progettato agli inizi degli anni 2000, è iniziata nel 2011. Il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione mentre il Nord Stream 1 ha contribuito ai profitti record del colosso energetico russo Gazprom. Gli Stati Uniti si sono sempre opposti anche a questo progetto per impedire la formazione di un blocco euroasiatico che, per la contiguità territoriale, sarebbe diventato immediatamente un loro competitore”.

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