La Russia sembra abbia lanciato contro un suo vecchio satellite spia dismesso, Kosmos-1408 vecchio di 40 anni, un nuovo tipo di missile intercettore antibalistico S-550 che ha centrato in pieno il satellite spia da eliminare riducendolo in tanti pezzi, che hanno continuato a orbitare in formazione. In pratica una sorta di sciame di proiettili vaganti.
È così scattato l’allarme per la Stazione Spaziale Internazionale, Iss, e anche per quella cinese, ma quel che è noto riguarda la Iss: 7 astronauti e cosmonauti - i secondi, denominati così, sono proprio russi - se la sono vista brutta visto che si sono rifugiati nella capsula ausiliaria a prova di urto (quanto meno molto più della Iss).
I russi hanno minimizzato. “Il pezzo che ha imposto al personale presente nella Iss di entrare nella navetta secondo le procedure di sicurezza previste è andato distante dall’orbita della Stazione stessa, che è ora in zona verde per quanto riguarda la sicurezza”, ha provato a rassicurare l’Agenzia spaziale russa Roscosmos. Come dire non preoccupatevi e, in ogni caso, che il pezzo pericoloso fosse nostro dovete dimostrarlo.
La reazione Usa non si è fatta attendere e ha accusato la Russia per la condotta irresponsabile. “Stupisce che una nazione con una lunga e gloriosa storia nella conquista dello spazio metta a rischio in questo modo non solo la vita degli astronauti occidentali, ma addirittura quella dei suoi cosmonauti”, ha commentato il direttore della Nasa, Bill Nelson.
Toni da guerra fredda che preoccupano sin da quando l’ex presidente Donald Trump annunciò, con un atto ufficiale, che la multilateralità nello spazio è finita e che nei nuovi programmi Nasa potevano entrare gli europei, i canadesi e il Giappone, ma non Cina, India e Russia. Fino all’episodio delle scorse ore che, se la responsabilità della Russia risulterà confermata, allora siamo in presenza di un atto che rasenta la follia.