
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha lasciato in anticipo la riunione a Bali del G20 delle principali economie dopo aver detto ai suoi omologhi che l’invasione russa dell’Ucraina non è responsabile di una crisi globale alimentare e che le sanzioni progettate per isolare la Russia equivalevano a una dichiarazione di guerra.
“Se l’Occidente non vuole che si svolgano colloqui, ma desidera che l’Ucraina sconfigga la Russia sul campo di battaglia, poiché sono state espresse entrambe le opinioni, allora, forse, non c’è nulla di cui parlare con l’Occidente”, ha detto il capo della diplomazia russa.
La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha accusato il collega russo Lavrov di rifiutare di negoziare. “Il fatto che il ministro degli Esteri russo abbia speso gran parte dei negoziati qui non nella sala, ma fuori, sottolinea il fatto che non c’è neppure un millimetro di volontà di parlare da parte del governo russo, al momento”, ha detto Baerbock sull’isola di Bali, in Indonesia.
Baerbock ha sottolineato che Lavrov non era presente ai colloqui per valutare come migliorare le forniture alimentari e risolvere i problemi di distribuzione, che vengono esacerbati dalla guerra in Ucraina. La grande maggioranza dei partecipanti al G20 ha “condannato la brutale guerra di aggressione della Russia; l’appello di 19 Paesi alla Russia è stato molto chiaro: questa guerra deve finire”, ha detto la ministra.
Una cosa è certa. Lasciando in un modo così brusco il vertice di Bali, la Russia rischia di veder messi in discussione i presunti ‘buoni’ rapporti con alcuni paesi chiave, tra i quali spicca la Cina.