Uno stop che rischia di paralizzare l’Eurozona rendendo più vulnerabili le banche dei 20 Paesi aderenti alla moneta unica. È questa una delle conseguenze dell’ennesima bocciatura che l’Italia ha decretato sul Mes.
Ma cosa succede concretamente se l’Italia non ratifica le modifiche al trattato? La prima conseguenza è politica. Per entrare in vigore le modifiche devono essere recepite da tutti i 20 Paesi. L’Italia è l’unica a non averlo fatto. E così facendo crea un problema a tutti gli altri.
I Paesi in caso di difficoltà non potranno infatti avvalersi del Fondo Salva Stati nella sua versione “emendata”. In particolare, le banche dei Paesi non potrebbero beneficiare del cosiddetto backstop del Fondo di risoluzione unica, un paracadute da utilizzare in caso di gravi difficoltà finanziarie da parte degli istituti.
A fine dicembre 2023 scade il periodo transitorio durante il quale il Fondo di Risoluzione Unica (che è alimentato dai contributi delle istituti di credito europei) è stato anche sostenuto attraverso linee di credito dei Paesi stessi. Una sorta di contribuzione supplementare per “puntellare” il Fondo in attesa della definitiva entrata in vigore del backstop previsto con la riforma del Mes.
Con la nuova bocciatura i Paesi avranno quindi due strade, prolungare questo periodo transitorio attraverso un nuovo accordo, o lasciare potenzialmente “senza paracadute” le banche europee.