Cuba si sta lentamente muovendo verso il riconoscimento della proprietà privata e degli investimenti esteri. Nei prossimi giorni potrebbero esserci annunci clamorosi in questo senso. Si tratterebbe della riforma costituzionale più importante degli ultimi decenni.
La mossa segue il ritiro ad aprile di Raúl Castro, fratello del rivoluzionario Fidel morto nel 2016, e suggerisce un cambiamento di Cuba in una fase storica in cui altri paesi con un'economia pianificata, tra i quali Cina e Vietnam, hanno abbracciato il libero mercato. Ma il governo farebbe volentieri a meno di giovani con un calice di champagne in una mano e nell’altra il volante di una Ferrari già visti in abbondanza sulle strade di Pechino.
"L'imperialismo è all’attacco dei governi di sinistra in America Latina", ha detto il presidente Miguel Díaz-Canel, ingegnere di 58 anni che ha sostituito Raúl Castro in aprile, in un recente discorso all'Avana. "Oggi, più che mai, richiediamo l'unità della nostra gente. . . per affrontare questa minaccia reazionaria".
Al di là dei comizi, in realtà la proprietà privata e gli investimenti stranieri sono già un fatto concreto a Cuba. Tuttavia la riforma offrirebbe un riconoscimento ufficiale e porterebbe il paese latino verso epocali trasformazioni. Forse quella più significativa potrebbe essere la creazione della figura del primo ministro, che condividerebbe il potere con il presidente. Novità assoluta per Cuba, dove ancora oggi i ristoratori non possono avere più di 50 posti a sedere.