Poco dopo le tre del pomeriggio del 17 settembre, uno spettacolare attacco simultaneo ha fatto esplodere migliaia di cercapersone in dotazione ai miliziani di Hezbollah a Beirut, in diverse altre regioni del Libano e a Damasco.
I video pubblicati sui social mostrano uomini che fanno tranquillamente la spesa al mercato quando all’improvviso saltano in aria ricoperti di sangue.
I dispositivi di ultima generazione, in dotazione ai miliziani sciiti filoiraniani solo da poco tempo, sono scoppiati tutti insieme provocando caos, terrore, circa 3 mila feriti, 7 morti accertati nella capitale siriana e 9 in Libano.
Secondo gli esperti, chiunque abbia pianificato e messo a punto l’attacco l’ha preparato a monte, introducendo mini cariche esplosive (10-20 grammi per dispositivo) all’interno dei cercapersone, sviluppando al contempo la capacità di far deflagrare simultaneamente i dispositivi con un unico comando attraverso un messaggio di testo alfanumerico.
Il portavoce del governo libanese ha affermato che l’esecutivo ritiene Israele responsabile dell’attacco coordinato e lo considera una violazione della sovranità del Paese.