La Commissione europea ha adottato il nuovo quadro di riferimento per gli aiuti di Stato alle imprese in risposta alla sfida energetica e per fronteggiare adeguatamente i rischi di delocalizzazione industriale verso gli Stati Uniti e/o altri paesi terzi.
Viene prolungata la possibilità di ulteriori misure di sostegno nazionale per le necessità relative alla transizione industriale a zero emissioni nette: ciò riguarda in particolare i regimi per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e dello stoccaggio dell’energia e i regimi per la decarbonizzazione dei processi di produzione industriale, che gli Stati membri possono ora istituire fino al 31 dicembre 2025.
Inoltre ci sono nuove misure, applicabili sempre fino al 31 dicembre 2025, per accelerare ulteriormente gli investimenti nei settori chiave per la transizione verso un’economia net-zero: riguarda la produzione di apparecchiature strategiche, in particolare batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, utilizzo e stoccaggio della cattura del carbonio, nonché la produzione di componenti chiave e per la produzione e il riciclaggio delle relative materie prime critiche.
La decisione, oltre a rendere più competitive le aziende comunitarie di fronte alle mosse compiute in termini protezionistici da Stati Uniti e Cina, favorisce inevitabilmente i Paesi con i bilanci più forti (in particolare Germania e Francia) che possono permettersi di sostenere le proprie economie in modo più efficace dei Paesi che hanno conti pubblici meno sani. Cosa che comporta un vantaggio competitivo per le imprese dei primi, rispetto a quelle dei secondi.