Patto di stabilità, ecco le nuove regole

Richiesto da Bruxelles un aggiustamento di bilancio minimo di 0,5% l’anno. Da un sistema troppo rigido a uno troppo flessibile?

Patto di stabilità, ecco le nuove regole

La Commissione europea ha presentato oggi, mercoledì 26 aprile, la proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita. L’obiettivo è di rendere le regole più credibili e più efficaci, associando al risanamento delle finanze pubbliche un sostegno agli investimenti. Le proposte saranno ora discusse dal Consiglio e dal Parlamento.

Nei fatti, ciascun Paese sarà chiamato a preparare un piano di risanamento del debito basato sulla spesa pubblica netta, che nelle intenzioni dell’esecutivo comunitario deve diventare il nuovo parametro di riferimento con il quale monitorare i bilanci nazionali.

Per i paesi con un debito elevato, i piani nazionali, della durata di quattro anni estendibili a sette anni, devono garantire una riduzione (del debito pubblico) per almeno dieci anni, senza che siano necessarie ulteriori misure di risanamento. Una procedura per debito eccessivo scatterà nel caso in cui il Paese non rispetta la prevista traiettoria della spesa pubblica netta. Le sanzioni saranno di ammontare minore ma anche più facili da comminare.

Gli storici valori di riferimento del 3 per cento e del 60 per cento del Pil rimarranno invariati. Alla fine del periodo coperto dal piano, il rapporto debito/Pil dovrà essere inferiore a quello dell’inizio del periodo stesso. In particolare, dovrà essere attuato un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5 per cento del Pil su base annua fino a quando il deficit rimarrà al di sopra del 3 per cento del Pil.

Inoltre, i paesi beneficeranno di un percorso di aggiustamento di bilancio più graduale se si impegneranno nei loro piani a realizzare una serie di riforme e di investimenti conformi a criteri specifici e trasparenti.

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