La proposta di riforma del Patto di stabilità della Commissione Europea, che dovrà successivamente essere approvata dal Consiglio dell’Ue e dal Parlamento Europeo, conferma l’obbligo del rispetto dei parametri di Maastricht.
La proposta rende più vincolanti questi due parametri (il limite superiore del 3 per cento del deficit sul Pil e del 60 per cento del debito pubblico sempre rispetto al Pil), ma prevede un meccanismo particolare per il rientro del debito, con piani strutturali di rientro di durata compresa tra i 4 e i 7 anni, con obiettivi di bilancio e misure per affrontare gli squilibri economici.
Prendendo a riferimento il parametro principale, secondo i dati Eurostat, sono molti gli Stati membri dell’Ue non in regola, ovvero con un debito superiore al 60 per cento: esattamente 13 su 27.
Nel 2022 l’Italia ha raggiunto un rapporto debito/Pil pari al 144,4 per cento, inferiore solamente alla Grecia (171,3) e di molto superiore a quello medio dell’Eurozona (91,6) e della Germania (66,3), ovvero la prima economia europea.
Ecco la ‘black list’ completa in ordine decrescente (dati percentuali, 2022): Grecia, Italia (144,4), Portogallo, Spagna (113,2), Francia (111,6), Belgio, Cipro, Austria, Ungheria, Finlandia, Slovenia, Croazia, Germania (66,3)