Via libera al nuovo Patto di stabilità. Ma per i paesi con un alto debito (come l’Italia) non sarà una passeggiata

I paesi devono presentare i propri piani di bilancio quadriennali, con la possibilità di estendere il periodo di aggiustamento dei conti a 7 anni.

Via libera al nuovo Patto di stabilità. Per i paesi con un alto debito ...

I ministri dell’Economia dell’Ue hanno raggiunto l’intesa sul nuovo Patto di stabilità che, secondo la presidenza spagnola dell’Ecofin, “assicura stabilità e crescita con regole equilibrate, realistiche e adatte alle sfide attuali e future”.

Il risanamento dei conti pubblici prende avvio da un primo periodo di quattro-sette anni, concordato con Bruxelles. Nei fatti i paesi membri con un debito superiore al 90 per cento del Pil saranno chiamati a perseguire un aggiustamento pari ad almeno l’1 per cento del Pil in media annua.

Nel caso di deficit eccessivo, l’aggiustamento strutturale dovrà essere di almeno lo 0,5 per cento del Pil. Tuttavia, nel periodo transitorio 2025-2027 alcune circostanze attenuanti, quali il costo del servizio del debito, permetteranno di limitare l’onere dell’aggiustamento.

Inoltre, è stato deciso di introdurre salvaguardie di bilancio che impongano deficit dell’1,5 per cento del Pil in termini strutturali, in modo da avere spazio di manovra nel caso di shock economico. Nel loro incontro di martedì sera, Francia e Germania hanno concordato che l’aggiustamento annuo strutturale primario per avvicinarsi all’1,5 per cento di disavanzo pubblico (ovvero nei fatti il nuovo obiettivo della riforma) sarà dello 0,4 per cento del Pil, riducibile allo 0,25 in presenza di investimenti e riforme.

Peraltro, Francia e Germania si sono trovate d’accordo anche di limitare, almeno in un primo tempo, allo 0,3 per cento del Pil l’autorizzata deviazione dal percorso di aggiustamento nazionale concordato con la Commissione europea, nel caso il paese abbia un disavanzo comunque sotto al 3 per cento del Pil.

L’accordo rivisto dovrà essere adottato formalmente dal Parlamento e dal Consiglio prima di poter essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale ed entrare in vigore nel 2024, con effetto dalla pianificazione di bilancio 2025.

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