L’8 e il 9 giugno gli elettori italiani dovranno votare per assegnare i 76 seggi spettanti all’Italia all’interno del Parlamento europeo. Il nostro paese è tra quelli che eleggono più rappresentanti; nonostante ciò, nella legislatura che si sta concludendo i parlamentari italiani non hanno avuto modo di incidere in modo rilevante nelle decisioni del Parlamento.
Il centro studi Eu Matrix ha sviluppato un indice per quantificare l’influenza dei deputati europei, basandosi sulle attività svolte dal Parlamento europeo da luglio 2019 a febbraio 2024. L’indice considera diversi fattori, tra cui i ruoli ricoperti nelle commissioni, la partecipazione alle votazioni e l’anzianità dei parlamentari, ossia da quanto tempo fanno parte delle istituzioni comunitarie.
Il “punteggio di influenza” (influence index) di ciascun paese è calcolato come la media dei punteggi ottenuti dai suoi parlamentari europei. Più alto tale punteggio, più influenti, in media, sono i parlamentari di quello Stato.
Il paese che esercita il maggior peso nel Parlamento Ue è il Lussemburgo, con un punteggio di influenza pari a 42,5. Negli ultimi 5 anni, gli eurodeputati del Lussemburgo sono riusciti a ricoprire un ruolo significativo all’interno del Parlamento europeo nonostante provenissero da uno dei membri più piccoli dell’Ue, ottenendo più posizioni di leadership e svolgendo attività prolifiche come legislatori.
Seguono in classifica il Portogallo e la Finlandia, rispettivamente con punteggi pari 30,4 e 29,1. Al contrario, gli eurodeputati italiani registrano un punteggio medio di influenza pari a 15,1, il terzo valore più basso dei 27 Stati membri dell’Ue, davanti solo a Cipro (13,5) e Ungheria (13,2).
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