La Brexit avrà conseguenze negli equilibri geopolitici dell'Ue e dal punto di vista economico-finanziario Francoforte potrebbe soppiantare Londra: in ogni caso il governo di Berlino si troverà a dover affrontare questioni strategiche cruciali. Il Regno Unito, attualmente la seconda economia più grande dell’Unione, rappresenta il 16% del Pil dell’Ue e vale tanto quanto le 19 più piccole economie comunitarie messe insieme.
Dal punto di vista militare, la potenza britannica rappresenta un quarto delle capacità di difesa dell’Ue e, negli anni, ha sfruttato il suo peso economico-politico per rafforzare l’Unione. Con la sua uscita, la Germania dovrà riconsiderare le proprie posizioni per riequilibrare i poteri tra i paesi dell’Ue, ma avrà comunque maggiori responsabilità come nazione-guida contro l’euroscetticismo in collaborazione con la Francia.
Nonostante i timori del passato e la storia del XX Secolo, la Germania dopo la defezione della Gran Bretagna assumerà un ruolo-chiave all’interno dell’Ue e con lo spostamento del centro finanziario da Londra a Francoforte i 9 paesi comunitari non appartenenti all’area euro si sentiranno più esposti al dominio tedesco. Per questo il governo di Berlino dovrà tessere nuove alleanze per non ritrovarsi isolato.
La cooperazione anglo-tedesca offriva un utile contrappeso liberale al blocco protezionistico guidato dalla Francia: con la Brexit il fronte degli scambi e degli investimenti globali dell’Ue ne uscirà ridimensionato e alla Germania mancherà un alleato cruciale per il libero mercato. Il giorno in cui il Regno Unito lascerà l’Ue, a marzo 2019, le conseguenze dei nuovi equilibri non saranno immediatamente evidenti: lo diventeranno nel medio-lungo periodo, ma i cambiamenti sono già in atto.