Il Consiglio europeo ha dato il via libera alle nomine. Isolata Giorgia Meloni che si è astenuta su Ursula von der Leyen e ha votato contro il socialista Antonio Costa e la liberale Kaja Kallas. L’Italia si ritrova così all’opposizione nell’Ue.
“Sulle nomine c’è un’ampia convergenza su questi tre nomi...”, aveva detto la sera del 27 giugno il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, confermando il patto tra popolari, socialisti e liberali e il trio von der Leyen, Costa e Kallas.
Alla fine il dilemma di Meloni, “entro o non entro nella maggioranza Ursula?”, è stato risolto dalla premier puntando tutto sulla seconda opzione. Ma il gruppo composto da Italia, Ungheria e Slovacchia non è riuscito a spostate gli equilibri.
I giochi erano fatti. La premier italiana non l’ha presa bene anche perché, durante il confronto con gli altri leader europei, con lei si è schierato in parte solo l’ungherese Orbán (che ha votato contro von del Leyen, a favore di Costa e astenuto su Kallas).
Mettendo ora da parte le valutazioni più strettamente politiche, l’Italia deve mettere in conto che riceverà da Bruxelles un trattamento sulle finanze pubbliche un po’ meno per così dire amichevole di quello a cui avrebbe potuto puntare il nostro paese se il governo italiano avesse fatto scelte differenti.